“Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa, ma allora vedremo faccia a faccia” (I Corinzi, 13, 12).
Le parole di Paolo di Tarso, da cui il regista svedese Ingmar Bergman trasse ispirazione per il suo capolavoro del 1961, illuminano il percorso di quella che – già associazione culturale – è di fatto un’esperienza di lavoro che riconosce nel Teatro uno strumento di crescita personale e di trasformazione, di conoscenza e di risveglio spirituale.
“Come in Uno Specchio” si prefigge infatti di evidenziare la dimensione trascendentale dell’arte della recitazione e dell’arte tout-court. Ma si impegna anche a restituirle il suo potere sociale e il suo linguaggio universale, condividendo l’analisi di Albert Camus: “Chi ha scelto il suo destino di artista perché si sentiva diverso, si accorge ben presto che nutrirà la sua arte, e la sua diversità, solo riconoscendo la sua somiglianza con tutti. L’artista si forgia in questo perpetuo andirivieni fra sé e gli altri, a metà strada fra la bellezza di cui non può fare a meno e la comunità dalla quale non può staccarsi” (Discorso all’Accademia di Svezia del 10 Dicembre 1957).
Per queste ragioni, Come in Uno Specchio sono i professionisti, gli allievi e gli ex allievi che si impegnano con noi a lavorare per il Bene.
Miriam Spera
Renato Cecchetto